E’ vero che non fanno tutti schifo?
E’ tutto qui il segreto di Banana, il film d’esordio di Andrea Jublin, uscito il 15 Gennaio e distribuito dalla santa Good Films, che non sbaglia un film.
Banana è la storia di Giovanni, un ragazzino di 14 anni innamorato di Jessica, compagna di classe ribelle che rischia la bocciatura. Giovanni ha anche un’altra grande passione: il calcio, che l’ha portato a guadagnarsi il soprannome di Banana, sia per la scarsa predisposizione ai tiri in porta che per la maglietta gialloverde indossata fuori e dentro il campetto. Sì, perché per Giovanni la vita va vissuta “alla brasiliana”, una vita tesa tra determinazione ed entusiasmo.
A minare il suo atteggiamento donchisciottesco è un’Italia depressa ed inetta, dove si schierano i suoi genitori, familiari, insegnanti – specialmente la professoressa Colonna, interpretata da una adorabile Anna Bonaiuto – veri e propri assassini di speranza.
Appena finita la proiezione, ho pensato che poteva tranquillamente chiamarsi “Banana, il segreto per essere felici”. Poi ho pensato che Banana non avrebbe mai strumentalizzato la “felicità” in questo modo. Banana è un Don Chisciotte sì, ma un Don Chisciotte di oggi. Banana capisce perfettamente che la felicità non appartiene a questo mondo, altrimenti non proverebbe a fare la differenza in tutti i modi. Non cercherebbe di dimostrare agli altri che non facciamo tutti schifo . Non si aggrapperebbe a quell’unica speranza che ha: la vita brasiliana. La stessa che lo riporta a quell’eterno fanciullino sconfitto dagli altri con cattiverie e ipocrisie.
Banana è una vera “novità” tra le proposte del cinema italiano. Novità di proposta, ma non di genere perché Banana è un perfetto film italiano. Quel tipo di film che potrebbe fare solo un regista che ha visto, vissuto e assorbito la storia del nostro Paese. Un regista che ci restituisce la sua visione senza alcuna pretesa.
Dal 15 Gennaio al cinema.