IL SEGRETO DEL SUO VOLTO

PHOENIX 2013

Il segreto del suo volto (Phoenix) è un film di Christian Petzold, (La scelta di Barbara, Gespenster) con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld e Nina Kunzendorf, presentato in anteprima al Toronto Film Festival e successivamente in concorso nella sezione Gala del Festival Internazionale del Cinema di Roma.

Berlino, 1945. Protagonista della storia è Nelly (Nina Hoss), donna sopravvissuta ai campi di sterminio che fa ritorno nella città natale dove ad accoglierla c’è Lene (Nina Kunzendorf) anche lei ebrea. Lene si prende cura dell’amica, organizzandole il trasferimento in Israele dopo che Nelly avrà recuperato l’eredità che le spetta perché unica superstite della sua famiglia.

Inoltre, sarà sempre Lena a dimostrarle il suo affetto sincero, mettendosi in contatto con un chirurgo plastico che si occupi della ricostruzione del viso dell’amica, devastato dalle ustioni. Nonostante le propongano un volto nuovo anche per motivi di sicurezza, Nelly insiste per riavere il proprio viso così non avrà problemi ad essere riconosciuta dal marito, che spera di ritrovare. L’incontro con Johnny arriva (Ronald Zehrfeld), ma non va come sperato. Il marito non la riconosce, ma accorgendosi della somiglianza con la moglie che crede defunta, ingaggia Nelly per interpretare se stessa e riscattare l’eredità.

Numerose le tematiche affrontate in Phoenix, sovrapposte l’una sull’altra come la trama armonica di una composizione classica. Storie in grado di restituirci il vero volto di Nelly, (un’ incredibile Nina Hoss), e di farlo con toni brillanti e vividi affidati ad Hans Fromm, in netta controtendenza rispetto alla tradizione del noir tedesco.

Phoenix è la storia di Nelly ma è anche la storia drammatica di un popolo e del peso della sua Memoria. La letteratura sulla Shoah è molto ricca, ma non sono molti i libri che hanno deciso di raccontare il ritorno a casa. Penso a La fenice venuta dal lager di Yehiel De-Nur o Le retour des cendres di Hubert Monteilhet, che ha ispirato Petzold per questo film che ha un preciso posto tra le corde dell’anima.

Cuore della pellicola è sicuramente il tema del Ritorno: l’odissea di una donna ebrea dal coraggio indescrivibile che decide di tornare in Germania. Una scelta quasi paradossale, ma inevitabile per una donna senza volto e senza casa. Sì, perché per Nelly non c’è alcuna via di fuga. Non c’è rinascita ma solo una sopravvivenza dal sapore hitchcockiano.

Ed è proprio con il suo ritorno a casa che la donna fa i conti con i fantasmi del passato. Nelly ha combattuto e vinto contro il peggio di quest’umanità, ma adesso ha dinanzi una nuova sfida: riappropriarsi della sua identità e dell’amore di suo marito Johnny, fingendo di essere la “vecchia Nelly”, una donna che ormai non esiste più. Ed ecco che il film si infittisce con la recitazione nella recitazione, una sorta di metacinema: se all’attrice Nina Ross viene chiesto di interpretare Nelly, a Nelly viene chiesto di impersonare se stessa o il ricordo che ha di sé, prima della guerra.

E’ evidente la citazione di Vertigo, motivo per cui la pellicola avrebbe potuto intitolarsi “Nelly, la donna che (soprav)visse due volte.

Altra figura chiave è quella di Lene (Nina Kunzendorf), inizialmente personaggio forte e razionale della storia. Anche lei, come Nelly, cambia e si evolve durante il racconto: la sua sopravvivenza è legata strettamente all’amica e quando quest’ultima si allontana, si manifesta il suo crollo attraverso il più grande gesto di solitudine e dolore.

E’ chiara, quindi, la volontà di Petzold di dare centralità alla figura femminile (Nelly, Lene ma anche le due ballerine del nightclub Phoenix) e di farlo secondo un climax ascendente. Una scelta commentata così dal regista: “Phoenix potrebbe essere considerato davvero un “Vertigo”, ma visto dagli occhi di Madeleine Elster / Judy Bardon”. Non è un caso che la musica abbia un ruolo determinante in Phoenix. Essa rappresenta ciò che è stato scotomizzato, l’insieme dei ricordi che tormenteranno per sempre i protagonisti.

Petzold è riuscito, quindi, nel suo intento. Il regista ha affrontato con eleganza e tecnica il dramma di un popolo e uno degli eventi più drammatici della nostra Storia e l’ha fatto attraverso un coro di testimoni ciechi. Ci ha fornito così un ritratto potente della loro stessa ipocrisia, perché “Nessuno chiederà dei campi, nessuno vuole veramente sapere” come commenta lo stesso Johnny a Nelly.

Quello che resta è, quindi, il coraggio della risalita attraverso la creazione di Nelly, un personaggio femminile di forza e dignità estrema. Una donna che lotta contro i ricordi per salvare le sue radici e il nutrimento delle stesse: l’Amore. E che così facendo proverà a salvare se stessa.

Il segreto del suo volto dal 19 Febbraio al Cinema