Un anno in viaggio e sembra ancora un sogno.
Sono partita perché ero ferma con gli occhi al soffitto. Una sensazione di smarrimento senza crescita, futuro e prospettiva. Non mi piaceva più nulla e non capivo cosa contasse davvero nella mia vita. I miei sogni, gli ideali, le lotte che ho sempre portato avanti in tutti questi anni. La mia sete di conoscenza e giustizia.
Le verità sono importanti e, per fortuna, anche irraggiungibili. Ti avvicini appena e subito cambia la visuale.
Sono arrivata in Canada piena di paure ed insicurezze, ma con una spensieratezza adolescenziale tipica di chi non sa stare al mondo. Ho portato 7 tee, 3 pantaloni e un paio di air max perché l’essenziale. Mi sono spogliata di tutto, anche del mio passato perché non necessario.
Se l’Italia mi ha dato le radici, il Canada mi ha fatto donna. Ho vissuto un anno come fosse una decade, arrivando ad apprezzare la diversità di ogni singolo giorno e le scoperte che comportava. La mia famiglia “canadese- pugliese”, dormire nel parco, mangiare pop corn durante una partita di baseball, urlare “defence” ai Playoffs, Rihanna a pochi metri, l’arrivo della primavera, l’uscita di VIEWS e l’incontro con Drake, Kelly e il suo you are not special, Amy e le playlists giuste al momento giusto, H&A e i manichini, l’interlanguage come prigione, CJ la mente, Giulia e Dri nel cuore, e stop perché odio gli elenchi.
Cosa ho imparato qui?
La vita è scoperta. Le prime parole, i primi passi, i primi ricordi. Giorno per giorno impariamo qualcosa di nuovo che servirà in futuro o che arriccherà la nostra memoria. Sarebbe bello poter dire “si fa, si pensa, si scrive“, così da tenere tutti lontani da pericoli e sacrifici. Ma a cosa servirebbe? Vi priverei soltanto della gioia più grande: il piacere della ricerca e della scoperta.
La mia esperienza canadese mi porta solo a dirvi: svegliatevi al mattino (magari non alle 6 come la sottoscritta), siate felici di tutto quello che avete e rendete ogni giorno diverso dal precedente. Come? Lasciatevi stupire dal passare delle stagioni, dalla luna piena, da un vecchio film, da un buon libro, dal cd appena uscito, da una partita di pallone con gli amici, dai sorrisi sinceri, dalle mani di un uomo, dagli occhi di una madre, dai silenzi di vostro padre. Lasciatevi stupire dalla bellezza che vi circonda e non perdete mai i ricordi, unica forza per navigare sereni in questo oceano scuro e profondo.
Perché torno? Torno, ma senza mollare. Torno perché ho trovato le risposte che cercavo, le conferme perse, le forze che l’Italia mi aveva tolto negli ultimi dieci anni, la gioia di spendermi per gli altri, per i miei sogni e per le mie grandi passioni.
Torno perché, oggi, tornare a vivere a Minturno è una ricchezza. Perché le persone che amo davvero sono in Italia. Ed è con loro che voglio stare. La mia comfort zone.
Isa Milk