Adry De Martino ed il suo inchiostro ribelle | Intervista

Sono anni, ormai, che seguo Adry De Martino sui social. Una di quelle simpatie ‘virtuali’ dove percepisci personalità ed originalità sin da subito.

Per fortuna, il caso ci fece incontrare a Milano, durante una Fashion week di diversi anni fa, mentre Iggy Azalea cantava con un mini abito bianco sul palco di Philippe Plein. La piacevole sorpresa fu riconoscere quello stesso sorriso e la gentilezza che avevo sempre notato sui suoi account.

Negli anni, la sua popolarità di illustratrice è cresciuta e le ha portato collaborazioni e riconoscimenti. Ciononostante, Adry ha deciso di raccogliere nuove sfide professionali seguendo quell’unico principio che accomuna tutti le persone real: rimanere fedeli a se stessi.

Un semplice e sincero grazie per questa piacevole chiacchierata.

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Pugliese doc, Milanese d’adozione. Quanto la città nativa e quella in cui vivi hanno influenzato il tuo percorso artistico? L’idea di vivere due vite parallele in due posti cosi diversi, sicuramente mi aiuta a tenere viva la mente. Milano è uno stimolo continuo grazie alle sue infinite risorse culturali, la Puglia, invece, è il mio porto sicuro, dove rifugiarmi e farmi coccolare un po’ dalla famiglia e dal mare.
C’è un posto dove vorresti trasferirti, anche solo per un breve periodo? Se sì, perché ? Se penso all’ Italia, mi piacerebbe trasferirmi a Bologna, perché è un polo importante per l’illustrazione. Se dovessi, invece, pensare all’estero, probabilmente Parigi, Berlino o New York.
Come è nata la passione per il disegno? Ricordi la prima illustrazione? Da che io ho memoria, ho sempre disegnato. Da piccola, la mia passione era riempire agende, diari , quaderni di disegni, che dedicavo a mia madre (ogni tanto ne tira fuori uno per ricordarmi quanto fossi dolce dolce).

La mia prima illustrazione “ufficiale” , quando sono uscita allo scoperto, cominciando a pubblicare su Instagram i miei disegni, sono le gambe tatuate con lo sfondo rosso , che poi ho chiamato “Curve”.
Era un messaggio di sprono ad accettarsi per quello che si è , dedicato a tutte le donne in carne come me.

Quali sono le tue tecniche? Quali, invece, vorresti sperimentare ? Io disegno principalmente a mano, elaborando in digitale. Mi piace però dilettarmi anche con i pennelli. Ultimamente sto provando a portare le mie illustrazioni sulla ceramica. Mi piacerebbe inoltre, imparare a creare delle
sculture…sto progettando anche quello!

Spesso la Musica è parte necessaria e propedeutica di un processo creativo. Vale anche per te? Se sì, cosa ti piace ascoltare? Insieme al disegno, penso che la musica sia talmente necessaria per me,
che non riesco ad immaginarmi senza. Ho studiato per un bel po’ di anni musica, suonavo l’arpa celtica e ho avuto la possibilità di esibirmi da sola ma anche in orchestra.

Le mie playlist sono abbastanza variegate, mi piace spaziare dalla musica classica, al cantautorato italiano vecchio e nuovo (indie), passando per qualche chicca anni 80-90, senza mai dimenticare il mio amato rock.

Come e dove è iniziata la tua carriera? Ho studiato e lavorato un po’ di anni nel mondo della moda, come designer di borse. Ma non ero mai abbastanza tranquilla e felice, ero sempre li a piangermi addosso e a mandare cv a vuoto. In un momento di stallo lavorativo, ho cominciato ad espormi con qualche disegno e li è nato tutto, perché la gente ha cominciato ad interessarsi a quello che facevo.
Di li ho scoperto che la felicità stava fra il foglio e la matita, che la mia vera natura è sempre stata quella e che dovevo solo sbattere la testa cosi forte per rendermi conto , che la strada è sempre stata lì, fra le mie mani.


C’è stato un momento in cui hai pensato di voler abbandonare tutto? I momenti no ci sono sempre, più che altro legati ad una questione economica, non ai dubbi che posso avere su quello che faccio.
Fortunatamente, ho imparato a tirarmi per le orecchie da sola, a consolarmi da sola, a cercare nel momento di panico, il prossimo stimolo per fare qualcosa di nuovo che porti prima di tutto soddisfazione a me, e che poi possa piacere agli altri. Se fai una cosa che ti piace e la comunichi bene, il
mondo s’innamorerà di quello che fai. L’ho testato sulla mia pelle.
Chi consideri una fonte indiscussa di ispirazione? Pensando al mondo dell’arte, i miei riferimenti artistici sono sicuramente Botero, Tamara de Leimpicka, la pittura neoclassica, ma anche tanti illustratori contemporanei con cui siamo amici.

Per la concretezza delle cose, la semplicità, la lealtà sicuramente una fonte indiscussa di ispirazione è mia madre.

Qual è l’incontro che ha influenzato la tua carriera? Probabilmente dovrà ancora avvenire.
Credi che il web possa essere un’ ottima risorsa per i nuovi talenti? O al contrario, non permetta la giusta ed adeguata gavetta per affermarsi in questo mestiere? Io devo tutto al web, ai social. Se sono arrivata nelle case delle persone è sicuramente grazie ad Instagram che è uno strumento di comunicazione e di auto promozione incredibile. Certo è che, oltre i social, bisogna costruire parallelamente una rete reale di contatto con la gente, di formazione attraverso workshop, di eventi a cui partecipare per toccare con mano quello che può servirci per crescere, non farsi fregare dalla pigrizia-comodità che il web ci dà, perché ci permette di avere tutto sotto mano con un click. Le cose bisogna guardarle da vicino, annusarle, toccarle.

I tatuaggi. Ricordo ancora quando comunicasti sui social l’inizio della tua attività come tattoo artist presso uno studio di Milano. Raccontaci i sacrifici e le soddisfazioni che ci sono dietro i tatuaggi coraggiosi.

Ufficialmente è cominciato più di un anno fa, quando decisi di conseguire l’abilitazione ASL per poter essere in regola ed operare in uno studio. I tatuaggini coraggiosi, non sono altro che la reincarnazione di nome e di fatto delle mie illustrazioni.

Nascono dal desiderio ed esigenza di dare un supporto in più ai miei disegni. Tatuare non è come disegnare, è davvero impegnativo, hai un grande senso d’ansia e la responsabilità è molto alta. Stilisticamente, io non seguo una corrente esistente, faccio di testa mia… il che può essere un pro ed un contro, perché alla fine, solo facendo, capisco qual è la strada migliore per rendere i disegni su pelle umana.
La soddisfazione piu grande è quella di sapere che fra tanti tatuatori, qualcuno sceglie te, nonostante la pochissima esperienza e vuole una tua cosa, unica, perché sei tu, con il tuo stile.
La donna è un soggetto sempre presente nelle tue creazioni. Quale donna celebri e a quali donne ti rivolgi. La donna è sempre al centro dei miei pensieri, specialmente negli ultimi anni, crescendo, invecchiando, ho preso consapevolezza della mia femminilità non solo a livello fisico, ma anche psicologico. Mi sento molto piu vicina ora alle donne, che qualche anno fa, forse perché ho imparato ad accettarmi, a volermi bene e a valorizzarmi, a rimproverarmi ma anche a consolarmi.
Ora sono pronta per difendere, con ogni mezzo, ciò che sono e quello che faccio e mi piace poterlo fare anche per chi non ha quella forza e quella voce per dire al mondo “io esisto e so fare questo”. Mi rivolgo a tutte le donne, dalle donne formose a quelle più longilinee, quelle più estroverse a quelle più timide. Essere donna è una benedizione, dice Luxuria e io le do ragione, perché anche se gli uomini sono importantissimi, la donna ha sempre quella marcia in più.Lo ammettono anche gli uomini eh.

Dietro il successo di un grande uomo c’è una grande donna. E dietro il successo di una grande donna? C’è se stessa. Però mi piace pensare, che non sempre siamo il prodotto unico dei nostri sforzi.
A volte dietro ci sono delle grandi mamme, dei grandi papà, dei grandi nonni,delle grandi amicizie, gli incontri giusti, delle relazioni importanti, del buon sesso, del buon cibo e quella botta di culo che avviene una volta nella vita.
Se tu fossi un film, quale saresti? Bianco, rosso e verdone.
Domande dirette
un tatuaggio a Marilyn Manson
una cena con Alessandro Borghese
un viaggio con Kim Kardashian

un club del libro con Alda D’Eusanio
un lento con Tommaso Paradiso
un viaggio (dove) Perù -Bolivia
un concerto di  Morgan
un cocktail Bloodymary
un libro  Alice nel paese delle meraviglie (con illustrazioni originali)
un quadro  Venere di Botticelli
limonare solo limonare cit. Alessandro Borghi
Quando non disegni e fai tatuaggini coraggiosi, cosa ti piace fare? Cucinare, mangiare, fare aperitivi, prendermi cura di me stessa
Ultima. Progetti e sogni futuri? Non penso mai troppo al futuro, mi godo il presente. Il progetto e sogno è quello di continuare in questa direzione , facendo meglio.