Denys Arcand è un regista e sceneggiatore canadese. Ha studiato dai gesuiti, si è laureato in Storia a Montreal e ama gli ambienti intellettuali europei. Tutto questo potevo ometterlo, perché l’avreste comunque capito guardando anche una delle sue sei pellicole (poche purtroppo).
Le invasioni barbariche è stato scritto e diretto da Arcand ed è considerato la sua opera più importante, perché ha vinto tutto quello che un film poteva vincere, compreso l’Oscar come miglior film straniero nel 2004.
Vi risparmio le interpretazioni date in questi dieci anni da cinefili e critici, quindi mi limito a consigliarvelo adducendo motivazioni abbastanza semplici per una pellicola che di semplice non ha proprio nulla.
Arcand, eccellente deus ex machina, è riuscito a trasferire in questo lungometraggio duemila anni di storia, filosofia, poesia, Arte, religione, amore, vita, droga, morte. È riuscito a liberarsi di tutti gli ‘-ismi’ per creare delle forti combinazioni tra temi e personaggi come in una delle più intense tragedie greche, senza mai abbandonare i toni umoristici della commedia.
È un film corale con dialoghi brillanti – a tratti volutamente barocchi – che non ricerca il consenso del pubblico né ha la pretesa di insegnarci qualcosa, ma ci offre ottimi spunti di riflessioni per tutta la sua durata.
Unica menzione a Marie-Josée Croze, attrice canadese che non riuscirete più a dimenticare.