Questi ragazzi hanno il soul dentro! è quanto esclama la Queen of Soul durante la registrazione di uno dei suoi più grandi successi ed è proprio da qui che bisogna partire per apprezzare il film d’esordio di Liesl Tommy.
Molti vi diranno che non avevamo bisogno dell’ennesimo biopic dove si canta, ci si commuove e si soffre scoprendo le fragilità e le debolezze di un grande artista. Non lasciatevi influenzare e abbandonatevi all’abbraccio della musica soul.
Jennifer Hudson, in un pieno stato di grazia, è la protagonista del nuovo drama Respect – scelta approvata dalla stessa Aretha poco prima della sua scomparsa – e regala un’interpretazione impeccabile e solida che profuma già di Oscar nomination.
Inizia così il viaggio di Ree Ree, una bambina umile figlia di un pastore (Forest Whitaker) , alla ricerca perenne della sua voce che la incoronerà QUEEN OF SOUL.
Lo sfondo è quello dell’America degli anni Sessanta, dove si assiste alla terza ondata di sommosse urbane (la prima nel 1919 e la seconda nel 1943) che ha attraversato tutto il Paese, alimentate dalla crescita del movimento per i diritti civili e da decenni di organizzazione contro la segregazione e la discriminazione razziale negli ambiti sociali.
È in questo contesto che Aretha, donna ed artista della black community, cerca di autodeterminarsi, senza mai perdere il contatto con ciò che la circonda: dai riferimenti impliciti dei testi di James Baldwin e Toni Morrison alle citazioni sul grande schermo degli attivisti Martin Luther King ed Angela Davis.
La narrazione scorre seguendo il ritmo della stessa discografia di Franklin: da “The Electrifying Aretha Franklin” (1961) a “Aretha Now” (1968) , passando per “Amazing grace” (1972) ed è proprio la musica con il suo potere salvifico ad alleviare i dolori di Aretha. Così assistiamo impotenti agli abusi subiti sin da quando era bambina che l’hanno portata a combattere con il dolore e con la rete di relazioni tossiche di cui si è circondata. Un nome per tutti è quello del marito e manager Ted White, magistralmente interpretato da Marlon Wayans.
Respect non è un film perfetto e non ha la pretesa di esserlo perché c’è la consapevolezza dell’esordio e di un soggetto che non ha nulla di ordinario.
Il merito è quello di aver messo d’accordo le diverse case discografiche per cui Aretha ha inciso nel corso della sua carriera – Columbia, Atlantic e Arista – e per aver mostrato, a soli tre anni dalla scomparsa di Aretha, l’essenza della Musica Soul.
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