Il Colibrì di Francesca Archibugi, tratto dall’omonimo libro di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020, ha aperto l’edizione della Festa del Cinema di Roma 2022.
È il racconto della vita di Marco Carrera, soprannominato in giovane età “Il Colibrì”, una vita incastrata in un labirinto di coincidenze fatali, perdite e storie d’amore in ogni sfumatura. In un tempo liquido, si racconta una storia fatta di ricordi che partono dai primi anni ’70, quando al mare, Marco conosce Luisa Lattes, una bellissima adolescente francese. E’ così che nasce un amore che sarà mai vissuto, diventando forza e ancora di salvezza reciproca.
L’amore coniugale di Marco si trova a Roma, con Marina e la figlia. La vita di Marco è stravolta da un destino implacabile che lo sottopone a dure prove da cui Daniele Carradori, psicanalista, lo proteggerà.
Il Colibrì è la storia della forza della vita e della resistenza a cui tutti noi siamo sottoposti. Prima ancora, però, è la storia di Marco (Pierfrancesco Favino) che attraverso un “viaggio nel tempo”, cerca di capire le relazioni e gli incidenti che lo hanno segnato di più e dalle quali si è spesso difeso usando armi come l’illusione, la felicità e l’allegria.
Il Colibrì è una produzione molto raffinata, ambientata tra hotel di lusso, appartamenti signorili, luci di città notturne e la quiete delle coste toscane. Il cast dà consistenza e spessore ai tormenti e le euforie delle relazioni, nonostante la natura frammentaria della narrazione che frena e, spesso, rallenta il processo di connessione emotiva.
In un adattamento ricco di incidenti, pathos ed emozioni, dobbiamo essere grati alla Signora Archibugi per il duo Favino – Moretti, un dono per il grande schermo.