In questi giorni ho letto smielati commenti rivolti all’ancor più smielata lettera che Stefano Gabbana ha scritto al suo ex, nonché suo attuale socio in procinto di sfilare alla Fashion Week di Milano (seppur fuori calendario).
Questo ha sfondato tutte le porte aperte che potevano esistere intorno a me. Mi sono chiesta se fosse davvero possibile spendere parole tanto dolci e romantiche per una persona che adesso non amiamo più, una persona che ogni notte si corica nel letto con qualcuno che non siamo noi, una persona che siamo arrivati quasi ad odiare.
La risposta, almeno la mia, È ASSOLUTAMENTE NO.
Ma proprio no, ENNE O.
Caro il mio ex, ok ti ho lasciato io, ok l’ho fatto nel peggiore dei modi tipo andando con un altro (che tra l’altro era tipo uno schifo di persona), ok che chi rompe paga, ma sono passati cinque fottutissimi anni. C I N Q U E.
Se c’è una cosa che Beautiful mi ha insegnato è che tutti possiamo perdonare ed essere perdonati. Noi non ci risposeremo come Taylor e Ridge tra le fresche frasche del giardino di Stephanie, non chiameremo i nostri figli come delle merendine dell’hard discount e no, nessun ritorno di fiamma ci scotterà mai. Noi dobbiamo solamente perdonarci.
Non eravamo fatti per stare insieme e lo sapevamo. Eravamo giovani e sprovveduti, eravamo ciechi e soprattutto eravamo tanto diversi. Non credete a questa storiella degli opposti che si attraggono, gli opposti si schifano.
In amore occorre equilibrio, avere interessi comuni, passioni da condividere, occorre dialogo. Ecco se per esempio fosse valida la legge degli opposti che si attraggono il mondo vedrebbe nascere love story improponibili come quella tra Johnny Depp e Taylor Swift, così per dirne una. Ma ci pensate?
Caro ex, noi eravamo così, come Johnny Depp e Taylor Swift ma al contrario. A me piaceva gettare i televisori fuori dai balconi degli hotel e tu non eri capace di fare un twerking decente.
Ti auguro una buona vita, ma soprattutto la auguro a me, perché come ben saprai non sono mai stata una brava crocerossina, non ho mai avuto questa sindrome e mai l’avrò.
Cordialmente non più tua,
F.
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