Don Bluth è un regista, animatore e produttore cinematografico statunitense. Forse il nome non è molto familiare, ma vi assicuro che tutti siamo cresciuti con i suoi capolavori: Robin Hood, Le avventure di Winnie the Pooh, Le avventure di Bianca e Bernie ed Elliott il drago invisibile, solo per citarne alcuni.
Bluth è stato, infatti, uno dei più importanti disegnatori Disney per circa vent’anni. Poi un bel giorno del 1979, dopo aver disegnato alcune scene per Red e Toby – Nemiciamici, mollò tutto e portò con sé alcuni colleghi – come Gary Goldmane e John Pomeroy – per fondare la Don Bluth Productions. Motivo? Secondo Don e gli altri disegnatori, la Disney aveva perso la sua magia.
E’ così che nel 1982 Don Bluth realizzò il suo primo lungometraggio d’animazione: Brisby e il segreto di NIHM, uno dei cartoni che hanno segnato la mia infanzia. Poi ce ne furono altri che ebbero un successo maggiore di Brisby, come Fievel sbarca in America (1986), Alla ricerca della Valle Incantata (1988) e Charlie – Anche i cani vanno in paradiso (1989). Insomma, Bluth è uno di noi e per noi intendo tutti quegli eterni bambini cresciuti tra gli 80 e i 90.
Il film che ho scelto questa settimana è un omaggio a Bluth: Brisby e il segreto di NIHM, il suo primo lungometraggio (1982), tratto dal libro Mrs. Frisby and the Rats of NIMH di Robert C. O’Brien.
La Signora Brisby, graziosa topolina rimasta vedova, vive con quattro figli in una piccola dimora nel sottosuolo di un terreno agricolo. La topolina si trova in gravi difficoltà, perché il proprietario dei campi ha deciso di arare a fondo il terreno per l’arrivo della primavera. La soluzione più semplice sarebbe traslocare, ma non è possibile farlo per le gravi condizioni di salute di Timothy, uno dei figli di Brisby. Inizia così l’avventura della signora Brisby, una madre coraggiosa che cerca di salvare la sua casa e la sua famiglia, e che per farlo esplorerà il tenebroso regno dei ratti del Nimh.
Brisby e il segreto di NIHM