Luca Finotti è un regista pavese, classe 1986. Nel mondo della moda è considerato uno dei più giovani e promettenti registi. Laureatosi alla facoltà di Economia e Commercio della Bocconi, si trasferisce in America per frequentare la NYFA (alcuni docenti- ospiti di rilievo sono: Steven Spielberg, Kevin Spacey, Kevin Kline, Ben Stiller ed Elliot Gould).
Dal 2008 iniziano le grandi collaborazioni: capo della produzione video per Frankie Morello, la direzione di Amanda Lepore per Hercules (definito dal New York Times come uno dei dei 10 fashion video dell’anno), fino ad arrivare alla collaborazione con i-D magazine per il video interpretato da Lady Gaga. Ha diretto il cortometraggio “Echi Tagled“, interpretato da Samuele Visentin e Sebastian Sauve, per il Film Festival Mix Milano, riscuotendo approvazione della critica. Infine, ha partecipato all’ ASVOFF festival a Parigi e al Jolla Film Festival a Los Angels con il cortometraggio “Deep in town“, realizzato in collaborazione con Mariano Vivanco e Nicola Formichetti.
La vena creativa è ereditaria o sei l’artista di famiglia?
Ho la fortuna di essere il primo a salire su questo palcoscenico, questo ha fatto si che non fossi mai influenzato dalla visione artistica altrui durante il mio percorso di crescita e apprendimento. Sebbene forse prima mi mancasse una figura di riferimento, oggi sono felice di aver goduto di questa libertà creativa.
Quando hai capito che gli studi economici erano solo una fase di transizione del tuo percorso, un tassello che dà completezza alla tua formazione ? E perchè hai scelto proprio NY?
L’ho sempre saputo, è stata una scelta premeditata, una buona formazione ha fornito solidità e carattere alla mia carriera. New York mi sembrava la scelta migliore, il posto perfetto in cui vivere e lavorare in questo momento della mia vita, sia professionale che personale.
Hai venticinque anni e già puoi vantare collaborazioni molto importanti. Qual è il nuovo progetto di cui ti stai occupando?
La creazione di video in esclusiva per Excelsior Milano ( excelsiormilano.com). Si tratta di video istallazioni create appositamente per il building firmato da Jean Nouvel che ospita il nuovo concept store del lusso Milanese. Un’esperienza nuova e affascinante poichè mi ha permesso di confrontarmi con una tecnologia all’avanguardia.
Hai mai pensato di dirigere videoclip musicali? Se sì, non ritieni che nel mercato americano ci sia molta più possibilità di sperimentare forse perché maggiormente finanziato?
Non lo escludo affatto in un futuro. Credo che in America non sia questione di finanziamenti, ma di un sistema aperto e con maggiore richiesta anche se a mio avviso, ciò che sconfigge ogni barriera è un idea, un’idea vincente ti apre qualsiasi porta.
Che cosa ne pensi dei remake? Lo rifaresti per esempio Via col vento?Ma soprattutto a chi il ruolo di Rhett Butler?
Ogni cosa se ben fatta ha il suo perché. Ultimamente ne ho visti di ottimi come “Grey gardens” (remake del famoso documentario sulle parenti andate in rovina della allora first lady Jacqueline Kennedy). Ma credo che confrontarsi con qualcosa di ben fatto e apprezzato al suo tempo sia una sfida molto ardua. Accetterei “Via col vento” solo se mi assicurassero la stessa ricostruzione storica di set e costumi. Il vero problema non sarebbe trovare un sostituto di Rhett quanto di Rossella. Quel film aveva senso anche solo per le espressioni facciali di Vivien Leigh.
Se dovessi girare un film ambientato in Italia di cosa parleresti?
Di sentimenti, credo sia il mio miglior risultato quando fuoriesco dall’ambito moda. Sceglierei per ambientazioni ‘quell’Italia di un tempo, quell’Italia rimasta fedele alle tradizioni del nostro paese, forse ancora nascosta al grande pubblico, ma di assoluto fascino.
Quali registi sono stati e sono tuttora fonte di ispirazione?
Un italiano come me non può che far partire la sua formazione dal neorealismo italiano: Rossellini, Germi, Visconti, De Sica. Continuare con l’inarrivabile Fellini, per giungere ai talenti del cinema di oggi, da Crialese a Guadagnino, da Muccino a Virzì. L’Italia ha un patrimonio cinematografico che non ha nulla da invidiare al resto del mondo. Abbiamo fatto scuola e in qualche modo continuiamo a farla.
La moda. I tuoi fashion movies hanno poco a che fare con il bello. Tendono al sublime. “Il sublime commuove. Il bello attrae. L’uomo in preda al sentimento del sublime è serio,a volte immoto e attonito. La vivace sensazione del bello si annunzia con la serenità di occhi luminosi” Immanuel Kant.
Non pensi che la moda sia un mondo criptico ed elitario in cui hanno accesso solo in pochi nonostante si cerchino più adepti possibili? E delle fashion bloggers cosa pensi?
Non credo, penso che come in ogni settore, studiando il sistema si possa trovare la propria porta di ingresso. Per quanto riguarda le fashion bloggers devo ammettere che è un fenomeno che mi diverte molto e soprattutto che riesca a far divertire chi ne fa parte; finché ci si diverte, che male c’è?
Cinema, moda e spettacolo. Manca la musica. Cosa c’è sul tuo Ipod?
Ti dico cosa non può mai mancare: Ennio Morricone e Nino Rota.
Last but not least, pensi che prima dei trent’anni potrai far ritorno in Italia?
Torno spesso e volentieri ma per il momento continuare a girare non mi dispiace affatto. Un giorno forse, farò tutto il possibile.
(Intervista pubblicata su TheFreak.it il 17.10.2011)