Sono cresciuta nel mito delle dive senza tempo, vere icone di fascino ed eleganza, come Marlene Dietrich, Jean Harlow, Marilyn Monroe, Sophia Loren. Ed è forse questo uno dei tanti motivi per cui sono rimasta stregata da Janet Fischietto, artista che gira il mondo grazie alle sue perfomance e che possiamo considerare l’unica diva italiana fuori dal tempo. Così ho deciso di approfondire i suoi interessi, sogni ed ambizioni, scoprendo un amore smisurato per l’Arte che la porta a ricercare nuove sfide e avventure.
Quali sono stati i primi artisti che ti hanno ispirata ? Quelli che consideravi dei veri e propri modelli da seguire?
I miei modelli sono tutti gli artisti perfomativi di inizi novecento come Claude Haun, che è una delle miei mentori. Ma ci sono anche Cindy Sherman e Gabriele D’Annunzio con la sua estetica. Amo registi come Georges Méliès e Alejandro Jodorowsky, che ha una visione molto onirica della realtà. Per non dimenticare lo stesso Federico Fellini, che ha sempre ritratto il circo in modo molto competente e realistico. Questo è un po’ il mio background.
Ovviamente me ne piacciono tantissimi altri. Un altro nome è Gustav Klimt, per esempio. L’idea della donna klimtiana mi ha sempre affascinato: la preziosità, la leggerezza che lui trasmetteva. Da una parte tendeva a ricreare un decorativismo, anche se arrivava dal gioiello, quindi dal metallo, dalle pietre, da qualcosa di duro. Poi dall’altra parte dipingeva queste donne molto eteree, delicate. Quasi delle anime.
Quando sei diventata Janet Fischietto? Ricordi a quando risale la tua prima esibizione e dove?
La mia prima esibizione di burlesque è stata a Milano, al New Apollo dancing per Royal Burlesque Revue ed era appunto per la mia attuale agenzia il Voodoo De Luxe. Ho lavorato alla preparazione di questo spettacolo per quasi un anno.
Il burlesque. Ho letto che questa passione è nata quando sei entrata a far parte dell’agenzia Voodoo De Luxe . Nello stesso periodo stavi scrivendo la tesi di laurea dal titolo ‘Metamorfosi da travestimento’ in cui ricostruivi la storia di artisti del passato che interpretavano altri personaggi attraverso il travestimento e il make up. E’ stato quello il momento in cui hai sperimentato il burlesque come forma d’arte per mostrarti al grande pubblico?
No, in realtà sono già dieci anni che lavoro nei locali. Inizialmente, lavoravo per un locale di Milano, dove mi esibivo mettendo in scena spettacoli che non erano ancora perfomance di burlesque (in Italia non è che se ne parlasse molto). Quindi, posso dirti che ho iniziato prima per questo motivo. Avevo già una passione per il retrò e avevo già iniziato una mia ricerca per quello che era retrò. Nel 2007 questo locale – per cui lavoravo- chiamò due perfomer di burlesque: Vicky Butterfly e Lady Flo. In quel momento ho capito che esisteva qualcosa che poteva farmi sviluppare quel gusto retrò che amavo e approfondivo (grazie appunto la tesi di laurea e le mie passioni). In pratica furono una serie di fortunate coincidenze.
‘Fai della tua vita il più grande show’ è ancora il tuo motto? È per questo che anche nell’aspetto ricordi una diva di altri tempi? È come la ‘spettacolarizzazione’ della tua stessa vita?
Sì, è ancora il mio motto. Questo motto è per me reale e tangibile. Anche nella vita di tutti i giorni sono una persona che tende a portare tutto all’ennesima. Per esempio, superando le mie paure come quella delle vertigini attraverso l’allenamento e gli spettacoli col trapezio, piuttosto che un’estetica, che però richiede una ricerca e uno studio continuo, volti a ricostruire l’atmosfera degli anni ‘30 e del circo degli anni ‘30. Non a caso è un motto che richiama “il più grande show sulla Terra”, la scritta presente sui cartelloni pubblicitari americani del circo degli anni ‘30.
Lo spettacolarizzare la vita credo venga da sé. Quando la mia vita ha preso questa direzione e ho visto che continuava ad evolversi così velocemente, è stato naturale anche il resto.
A proposito di dive. Pagherei oro per vederti sul grande schermo in un film di Brian de Palma o Martin Scorsese nel ruolo della Femme Fatale. Ti piacerebbe lavorare nel cinema? Quali sono (in ordine) le tue tre pellicole preferite?
Mi piacerebbe molto. Il cinema è finzione ma ti può portare in universi non tangibili. Il grande Fellini stesso mi ha insegnato questo attraverso le sue pellicole.
I miei film preferito sono:
1. I clowns di Federico Fellini
2. Santa Sangre di Alejandro Jodorowsky
3. Freaks di Tod Browning del 1932 (lo so, sono tutti film che parlano del circo. Ma cosa ci posso fare? È quella la mia peculiarità, il mio interesse) (ride)
Quindi i gangster non ti piacciono, è assodato.
No, in realtà no. Pensa che vedo la serie Boardwalk Empire. Poi se vuoi parliamo del fatto che sono innamorata di tutti i personaggi retrò che interpreta Leonardo Di Caprio ovviamente. Lui è l’uomo ideale della mia vita. Lo vedi in The Aviator ed è fantastico. Lo vedi in Titanic idem. Per non parlare de Il grande Gatsby.
(A questo punto dell’intervista le dico che avrebbe dovuto recitare nella parte di Daisy – interpretata da Carey Mulligan – ne Il Grande Gatsby. Lei ride e aggiunge che l’avrebbe fatto volentieri).
Janet Fischietto, foto di Alessandra Tisato
I tattoo. Perfetti sulla pelle, delicati, armonici. Valorizzano la tua bellezza. Sono della mano di uno stesso tatuatore o di diversi? E qual è il tatuaggio che ancora non hai fatto e che vorresti?
Sono di diversi tatuatori. Ma negli anni ho capito che lo stile che preferisco è quello di Stizzo che ha un suo studio a Milano il ‘Best of Times Tattoo’. Lui è proprio legato all’estetica del tatuaggio di inizio secolo e il lavoro che stiamo facendo insieme è proprio quello di ricreare l’idea della donna tatuata dei ‘Freak show’. Parteciperemo insieme alla Tattoo Convetion di Londra che si terrà il 26-27-28 settembre, Stizzo sarà uno degli ospiti internazionali più importanti.
Il prossimo sarà un proseguimento della trapezista che ho sul braccio. Farò un’altra figura, trapezista credo, sull’altro braccio.
Tornando al tuo lavoro, oltre agli spettacoli di burlesque, sei anche una trapezista. Quando immagino la tua vita, penso sempre alle ballerine. Una vita fatta di sacrifici, rigore e allenamento continuo. Ma anche di spettacoli, applausi, riconoscimenti.E’ così ? E, inoltre, qual è l’aspetto di questo lavoro che ti gratifica di più?
Sì è proprio così. C’è molta ricerca, studio e allenamento fisico (a cui sono abituata visti gli studi di danza classica). Sicuramente mi sento bene quando apprendo qualcosa di nuovo e supero i miei stessi limiti. E ovviamente anche quando vedo che lo spettacolo portato in scena è andato bene e per un duplice motivo:
1.Perché è una questione di sopravvivenza: se cadi dal trapezio ti fai abbastanza male (ridiamo);
2.Perché lavoro con l’obiettivo – che penso hanno tutti i perfomer- di far sognare il mio pubblico. Quando ho la consapevolezza di aver ricreato il sogno, di averci portato gli spettatori dentro, sono soddisfatta e felice.
Cosa c’è nel futuro di Janet Fischietto? Quali i nuovi progetti?
Sono rientrata da Los Angeles, un viaggio fatto per riprendere le forze ma anche per investigare su nuove tendenze. Da maggio a settembre sarò a Shanghai. Mi trasferirò per lavorare in un club di ispirazione circense che si chiama Circle Le Soir, dove mi esibirò in spettacoli di trapezio e burlesque. L’idea di lavorare con artisti di tutti il mondo è molto stimolante.
Ringrazio Janet per questa intensa chiacchierata sull’Arte e sulla sua vita, che ha confermato l’idea che ho sempre avuto sul suo conto: una vera artista e diva di altri tempi.
(Potete seguirla sui profili social di Instagram, Twitter e Facebook: Janet Fischietto)
In video la performance Pierrot Doll di Janet Fischietto