Mamma mia, Ci Risiamo! è la prova che la musica, la vera musica, non conosce le categorie di spazio e tempo, ma si espande come un flusso e contamina chiunque sia predisposto all’ascolto.
Per rendere tutto più comprensibile, partirei con un recap delle annate fondamentali per avere dei riferimenti culturali che ci permetteranno di godere della visione di questo ‘secondo capitolo cine-musicale’.
1974. Sono passati un po’ di anni dalla Summer of Love nata nell’intersezione più famosa di San Francisco, Haight – Ashbury. Eppure si respira ancora quel desiderio di amore, anticonformismo e libertà.
È l’anno del Presidente Nixon, del debutto di Happy Days sul canale americano ABC e della cultura hip hop. In Italia, la Lazio vince il suo primo scudetto durante il governo Moro e il terrore brigatista.
Tra il lancio della stazione spaziale russa Saljut 4 ed il riconoscimento dell’OLP da parte dell’ONU, Benny Andersson, Björn Ulvaeus, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad danno vita agli ABBA, il fenomeno musicale che segnerà la storia della dance music e renderà la Svezia celebre in tutto il mondo.
Questo è l’incipit e, per fortuna, lo conoscete già.
1999. Debutta al Prince Edward Theatre di Londra Mamma mia!, il musical in due atti, scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson, basato sulla discografia degli ABBA. Il titolo stesso riprende l’omonima canzone uscita nel 1975.
La storia degli ABBA non si ferma qui. Il gruppo pop di Svezia per eccellenza si rinnova nel corso dei decenni, impressionando sempre più generazioni, tanto da tornare in top ten nelle classifiche dei dischi più venduti di tutto il mondo.
2008. Mamma Mia! arriva sul grande schermo! Diretto da Phyllida Lloyd ed interpretato da Meryl Streep, Amanda Seyfried, Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgård, il film diventerà un cult incassando più di 600 milioni in tutto il mondo, rendendo possibile quello che tutti – ABBA fanclub e non – stavano aspettando: un degno sequel.
2018. Così, come in tutte le più belle favole, il 6 Settembre 2018, dopo quasi dieci anni, uscirà nelle sale italiane ‘Mamma mia ci risiamo!’ diretto da Ol Parker e distribuito da Universal Pictures Italia.
Cornice del romantico sequel è sempre la discografia degli ABBA. Da Waterloo, passando per Fernando, senza dimenticare Mamma Mia!, Dancing queen e tante altre hits, il film ci conduce nel secondo chapter di una favola ‘contemporanea’, ambientata sempre nell’immaginaria isola greca di Kalokairi, indiscussa e magica protagonista.
Anche in questo capitolo la domanda è la stessa di vent’anni prima: chi è il padre di Sophie? Si ripercorre la storia di Donna, portando in scena tutti i protagonisti del primo capitolo con qualche piacevole new entry: Lily James nel ruolo di Donna da giovane, la cantante Cher, nonna di Sophie, ed Andy Garcia, manager dell’hotel Bella Donna.
Donna (Meryl Streep) è morta oramai da un anno e la figlia Sophie (Amanda Seyfried) concretizza uno dei sogni di sua madre: aprire un bellissimo hotel di lusso su quell’isola greca che ha cambiato le loro vite.
Durante i preparativi della festa di inaugurazione dell’hotel, si rivive la giovinezza di Donna (Lily James), in un continuo back to back tra passato e presente, per mostrare quanto le storie di tutti i personaggi siano connesse tra loro da un legame che supera la caducità delle cose: l’amore.
Potrei continuare ad analizzare i punti di forza della pellicola, per esempio dicendovi dell’entrata in scena di Cher che vale il prezzo intero del biglietto. Oppure potrei limitarmi a sottolineare che i momenti nostalgici, interpretati dalle ‘nuove leve’, sono superiori alla narrazione del presente, che è sempre affidata ai protagonisti del primo capitolo.
Ma non lo farò per un semplice motivo. Questo film, Mamma mia Ci Risiamo! non è solo un film, è un miracolo ed è forse il motivo per cui tutti dovrebbero vederlo.
Non siete amanti del musical? Vorreste più pause tra una canzone e l’altra? Non importa … sarete i primi ad essere contagiati, canticchiando e muovendo i piedi durante la visione. Non è solo un tripudio di good vibes e battute sardoniche dentro delle impeccabili coreografie, ma è soprattutto il voler ribadire un messaggio positivo e rivoluzionario, che è necessario ora come allora.
Non esistono vite perfette ed è solo accettando ed abbracciando il nostro essere ‘freak’ che possiamo (provare ad) essere felici.
Buona visione!