Maria – Regina di Scozia è il film d’esordio di Josie Rourke, già pluripremiata regista teatrale, che torna, come già accaduto in passato, a rappresentare sul grande schermo la rivalità tra due regine, Maria Stuarda (Saoirse Ronan) e sua cugina Elisabetta I (Margot Robbie).
Possono due donne essere protagoniste dello stesso film? E governare su una stessa isola? Questo è già più improbabile, ma ciò che è chiaro sin da subito è la passionalità e dedizione delle due regnanti che danno consistenza ad un drama tutto femminile.
In questa nuova versione, nelle sale italiane da oggi 17 gennaio con distribuzione Universal, niente è stato lasciato al caso. Per una rappresentazione vincente e credibile, nonostante la presenza di alcuni elementi forzati, si è affidata la sceneggiatura ad un esperto della narrazione degli intrighi del potere: Beau Willimon (autore dell’adattamento americano della serie House of Cards), che ha incentrato il film sulla biografia di Maria Stuarda scritta da John Guy.
Nei panni di Maria Stuarda (1542 – 1587) troviamo Saoirse Ronan – nel suo primo ruolo di ‘adulta’ dopo il delizioso Lady Bird– regina cattolica che, dopo la morte del marito Francesco II Re di Francia, torna in Scozia, nel 1561 per riprendersi la corona. In questo ritorno a casa, viene subito presentata la sua unica ‘pari’, nonché regina di Inghilterra e cugina, la grande Elisabetta I (1533 – 1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, tanto potente quanto consapevole di non potersi fidare di nessuno intorno a lei.
La regina vergine è magistralmente interpretata da Margot Robbie che sembra pagare lo scotto di una bellezza fuori dall’ordinario esplosa, improvvisamente, in The wolf of Wall Street, e che l’ha portata ad imbruttirsi, per ragioni di copione, ancora una volta (Tonya ndr).
Non è un caso che la stessa regista Rourke abbia citato il film Heat di Michael Mann come fonte di ispirazione per la rappresentazione di una lotta tra poteri tutta al femminile. Nella pellicola si ha la percezione che l’incontro-scontro delle due cugine sia ragione della loro stessa esistenza.
Così assistiamo alla crescita della passionaria e cattolica Maria, che oltre ad essere convinta di dover ereditare il trono di Inghilterra, è poco disposta a scendere a compromessi sia in politica che in amore, tanto da sposare Lord Darnley (Lowden) che le riserverà diverse sorprese.
Questo atteggiamento ribelle per la sua posizione la porterà ad essere bersaglio dei cortigiani, oltre all’opposizione della fazione protestante scozzese guidata da John Know (Tennant) e, per ultimo, la rivolta del suo stesso popolo.
Dall’altra parte, invece, c’è Elisabetta I regina di Inghilterra che, nonostante la sofferenza per le mancanze d’affetto e il complesso di inferiorità verso la cugina, sembra aver accettato con una maggiore consapevolezza il destino da regnante e i rischi legati a questo incarico.
Come accennato in precedenza, al film di debutto di Rourke si perdona tutto, forzature ed anacronismi, per un solo motivo. La regista, infatti, è riuscita a rappresentare attraverso una tragica rivalità – tragica nel senso euripideo della parola – la Storia della bella Europa, quindi la nostra storia, facendo emergere in modo cosciente ed elegante, temi attuali come l’accettazione di una donna in un ruolo di potere.
Senza dimenticare che la storia dell’Europa di oggi è tale anche grazie al loro dualismo reale.