Erano diversi mesi che desideravo intervistare Maria Rosa De Sica. Ricordo che durante la Milano Fashion Week di Febbraio, la mia amica Lavinia Biancalani (blogger di The Style Pusher) ha postato sui social una sua foto nella Maison Mariù De Sica, che mi portò subito a chiederle delle anticipazioni sulla nuova collezione Primavera/Estate.
Qualche settimana dopo la MFW, ho intervistato suo fratello Brando De Sica per una delle riviste con cui collaboro. E’ stato un bell’incontro dove abbiamo parlato per qualche ora di cinema, della sua famiglia, di crisi, della nostra Italia.
E’ nata così l’idea e la voglia di conoscere anche Maria Rosa, il suo percorso di studi, il suo pensiero, i suoi sacrifici e soprattutto i suoi progetti. Volevo sapere quello che c’era dietro la collezione di una giovane stilista e la scelta di indossare le vesti di imprenditrice insieme al suo compagno Federico Pellegrini. Volevo sapere quanto si portava dietro di quel secolo di Storia di Cinema che il suo Cognome rappresenta in tutto il Mondo.
Volevo chiederle tutto questo e ho ricevuto come risposta messaggi di forza e di coraggio, avvolti da una profonda dolcezza.
Hai frequentato un corso in scenografia e costume cinematografico presso lo IED. Cosa conservi di quell’ esperienza e cosa invece ti ha fatto capire che quella tappa iniziale era solo parte di un percorso che ti avrebbe condotta nella Moda?
La passione per la scenografia e il costume sono parte di me. Tuttora realizzo dei lavori esterni per music video, corti ed eventi teatrali. I tre anni allo IED sono stati una tappa fondamentale: è lì che è iniziato il percorso formativo che ha poi portato a far coesistere nella mia vita il mondo dello spettacolo e quello della moda.
l master in Fashion Stylist e Editing. Ho l’idea che il giorno del diploma / laurea inizi una sorta di anno zero: da quel momento dobbiamo partire con le sperimentazioni che arricchiranno il nostro percorso umano e professionale. Ricordi il tuo anno zero? Qual è stato il tuo primo lavoro?
I master sono stati la chiusura del mio cerchio “accademico”. Il corso in Fashion Design all’Accademia del Lusso e quello in Styling & Editing, seguito da Valentina Ilardi (ora Editor in Chief di Gray Magazine), sono stati fondamentali, soprattutto l’ultimo in riferimento alle esperienze lavorative avute poco dopo.
Sicuramente lavorare per Salvatore Ferragamo – all’interno dell’ufficio Stile Abbigliamento Donna – è stata l’esperienza che mi ha entusiasmato di più. Grazie a loro ho imparato tanto di questo lavoro ed ho avuto l’occasione di seguire tutta la collezione estiva fino alla presentazione con la sfilata di Settembre. Quel momento è stato molto significativo per la mia carriera, oltre che emozionante.
Nel 2011 decidi di fondare il marchio Mariù De Sica con il tuo compagno Federico Pellegrini, a cui è affidata la gestione economica della Maison. Sicuramente non è stata una scelta e una realizzazione semplice visto il momento critico in cui si trova l’Italia con molti Paesi d’Europa. Cosa ti ha spinto a metterti in gioco e rischiare nel tuo stesso Paese, senza dover ripiegare su un’affermazione più rapida all’estero?
E’ dipeso tutto dalla passione e dalla forte volontà di creare un progetto tutto mio con un mio marchio.
Come coppia, volevamo costruire qualcosa insieme e chiaramente con uno sguardo al futuro. Poi ci siamo ritrovati ad avere la possibilità di farlo anche nel lavoro, e così ci siamo completamente lasciati andare. Rischiamo ogni giorno, sbattiamo la testa contro tanti problemi che purtroppo affliggono le giovani start – up.
In questo momento storico è sicuramente difficile emergere perché sono sempre meno le persone disposte a puntare su di te e sul tuo progetto. Sappiamo tutti che è un momento delicato per il nostro Paese…
Ci potrebbero essere delle soluzioni per uscire da un momento così?
Ce ne sarebbero diverse. Basterebbe che le aziende tessili accettassero di aiutare marchi giovani offrendogli minimi inferiori rispetto quelli dati alle grandi aziende. O ancora, basterebbe che le banche accettassero di finanziare progetti validi stanziando fondi agevolati. Basterebbe che lo Stato promuovesse e pubblicasse bandi a fondo perduto per le giovani start-up e per le imprenditrici che sono ancora troppo pochi. Basterebbe poco, come vedi, per muoverci verso il cambiamento. Ma prima di tutto questo, ci dovremmo credere un po’ di più. Dobbiamo essere tenaci, dobbiamo credere nei nostri progetti, nella loro validità e qualità, e dobbiamo combattere per la loro realizzazione.
Io e Federico facciamo questo ogni singolo giorno. Crediamo nel nostro progetto e ne siamo completamente innamorati. Abbiamo la consapevolezza di costruire qualcosa di prezioso, qualcosa che piacerà alle persone. Noi non comunichiamo soltanto un abito, noi vogliamo raccontare quello che c’è dietro, quello che siamo e come la pensiamo.
Maria Rosa De Sica e Federico Pellegrini
La donna è la protagonista assoluta della tua collezione. A quale tipo di donna parla Mariù De Sica?
Una donna determinata, femminile e romantica. Una donna che sa cosa vuole e lo sa esprimere attraverso un’eleganza sussurrata.
C’è una foto di mia nonna Maria Mercader, trovata poco tempo fa su internet dopo molte ricerche, che racconta visivamente cosa è per me la donna Mariù. In quella foto era così bella ed elegante nella sua femminilità mai gridata. Persa nei suoi pensieri ed allo stesso tempo conscia di ciò che era, sicura e fragile.
In foto Maria Mercader
Ci sono stilisti ma anche icone del passato a cui ti ispiri?
Certamente. Valentino è uno di questi, uno dei pochi stilisti che sia riuscito a disegnare capi altamente femminili. Lui sapeva cosa volevano le donne. Poi c’è Prada, per il suo essere sempre all’avanguardia e per la commistione tra moda, arte, design e universi differenti.
Ascolti Musica durante la creazione di una collezione? Se sì, cosa?
Assolutamente. La musica per me è fondamentale. Aiuta a rilassarmi, mi stimola, mi fa cantare e quindi è indispensabile soprattutto nella fase del disegno.
Ascolto diversi generi musicali. Sin da bambina amavo molto cantare, così negli anni ho coltivato questa passione prendendo molte lezioni di canto. Ho appreso tante tecniche canore come la lirica e la musica leggera. Ascolto, anche per questo, molti generi musicali: dalla bossanova allo swing, dal blues al pop fino ad arrivare al rock, il funky e l’elettronica.
Quali abiti indossa Mariù? E di cosa non potresti fare a meno ?
Indosso quasi sempre abiti morbidi e che segnano il punto vita. Non indosso più di due colori, amo le camicie e le scarpe con il tacco. Per comodità anche le Nike.
Le gonne e gli abiti di Prada sono la mia passione. Mi piace indossare abiti di Diane von Furstenberg e le scarpe di Christian Louboutin.
La settima Arte ha caratterizzato la storia della tua famiglia. Che rapporto hai col cinema? Ti va di dirci uno dei tuoi film preferiti?
Il Cinema è parte della mia vita, è dentro di me. Anche per questo ho studiato scenografia e costume, perché ogni volta che guardo un film, sono subito catturata dai costumi e dall’ambientazione.
Il cinema è in grado di farci vivere per poche ore dentro una storia, dentro una vita. E’ questa la sua Grande Bellezza. Ci sono film che ti restano dentro. Io ne ho diversi come: Jumanji, Boogie Nights, Edward – Mani di forbici, Beetlejuice, Batman di Tim Burton, E.T., e potrei scrivere per ore.
Hai collaborato come Stylist per il video diretto da tuo fratello Brando De Sica ‘Freiheit’, bello, raffinato e di respiro internazionale. Che esperienza è stata lavorare ‘in famiglia’ per un progetto cinematografico?
Fare la costumista e scenografa è il mio secondo lavoro, quindi spero di poter continuare, parallelamente con la moda, a lavorare e a fare esperienze anche in quel campo.
Non solo per Freiheit, ma ho lavorato come costumista e scenografa anche per altri music video e mediometraggi di mio fratello. Lavorare per lui e con lui è stata una delle cose più belle che abbia fatto. Mi rende molto orgogliosa. Spero, inoltre, che il primo video che faremo per “Mariù De Sica” sia girato proprio da Brando.
Quale consiglio – se ne hai – ti senti di dare ai giovanissimi come te che vorrebbero iniziare il tuo stesso percorso creativo?
Ci saranno momenti in cui penserete ‘basta, è troppo grande per me’, in cui il peso delle responsabilità sembrerà offuscare tutto. Capiterà, è vero ma dovete essere più forti. La passione e l’amore per il proprio lavoro devono vincere su tutto. Siate sempre tenaci, pazienti ed aperti alle critiche e ai consigli. Il tempo insegna, fortifica e ci ripagherà di tutti i sacrifici.
Che cosa c’è nel futuro di Mariù? E in quello di Mariù De Sica?
Mi auguro che la nostra azienda si fortifichi, che il marchio cresca così da poter sperimentare e finalmente sviluppare, all’interno delle mie collezioni, capsule dedicate al demi-couture fino ad arrivare all’ hout couture.
Personalmente, desidero solo realizzarmi nella vita e nel lavoro. Non voglio avere rimpianti e per questo lotterò tanto per dare forma a tutti i miei sogni.
Sito: mariudesica.com
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Foto: Luisa Bertoldo Ufficio Stampa, Mariù De Sica (Facebook)
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