DUE PESCI ROSSI

PESCIROSSI_FLAVIAGUARINO

di Flavia Guarino

“C’erano una volta due pesci rossi che vivevano in una piccola boccia di cristallo. Erano i soli della boccia e per questo motivo si incontravano in continuazione e, con il tempo, cominciarono ad amarsi.

Un giorno il pesce rosso tra i due più curioso disse al pesce rosso più timido che avrebbe voluto vedere altre bocce e altre acque ancora inesplorate senza però dimenticare il pesce timido e la loro piccola boccia, nido del loro amore.
Il pesce timido si infuriò e rifiutò di seguire il pesce curioso nelle sue avventure, lasciandolo andare via da solo in balia delle correnti.
Passarono i mesi e così i due pesci si dimenticarono l’una dell’altro. Il pesce timido cominciò a credere di aver sempre vissuto da solo nella piccola boccia e il pesce curioso pensò di aver sempre vissuto all’avventura per laghi e fiumi.

Un giorno un bambino tirò via dal lago un bellissimo pesce rosso, così socievole che sembrava parlasse, quello era il pesce curioso. Il bambino lo portò a casa e la mamma sapendo della passata fuga del pesce curioso, decise di dargli i suoi spazi e mettere entrambi i pesciolini in un’enorme boccia di vetro. Dal principio i due pesci non si incontrarono, ma col passare dei giorni fu inevitabile che il pesce timido si imbattesse nel pesce curioso. Cominciarono a conoscersi, di nuovo, passando le giornate insieme e amandosi di nuovo fino al giorno in cui non si riconobbero e, disseppellendo i vecchi rancori, si allontanarono di nuovo, pur restando nella stessa grande boccia.

Da allora i due pesci, a distanza di mesi, si rincontrano ciclicamente e si amano per quel breve periodo di tempo che la loro memoria difettosa gli concede, fino a quando non si riconoscono di nuovo e si allontanano, con la speranza di non incontrarsi mai più.

Assomigliano a questi due pesci rossi della storia anche molte coppie di esseri umani, che pur passando la vita a dimenticare i dolori subiti reciprocamente, non possono fare a meno di riprendersi anche se per poco, finché la loro memoria a breve termine regge, per poi tornare al desiderio di voler essere estranei e liberi da un sentimento doloroso per quanto momentaneamente confortevole e imprescindibilmente presente nel profondo dei loro animi.

Forse sbagliano gli esseri umani, perché al contrario dei pesci rossi, le loro azioni reiterate e dolorose non sono dovute a un difetto biologico, ma a un bug emozionale, che li porta inconsciamente a desiderare una distanza e un allontanamento tra di loro, dimenticando il fatto che anche loro, come i due pesci rossi della storia, vivono ancora nella stessa grande boccia di sempre.”

(cit.)

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