Amo i social ed è evidente.
Sui social ne succedono di ogni: dm di uomini senza scrupoli, commenti imbarazzanti di familiari, corteggiamenti con tattiche infantili che mettono in crisi intere stagioni di Sex and City, pseudo guanti di sfida dettati da un unfollow. Sui social succede questo e, per fortuna, molto altro.
Tra gli episodi più belli che mi sono capitati nell’ultimo periodo, ne voglio riportare due, testimonianza di come i social riescano a superare ogni barriera spazio – temporale.
Il primo riguarda Tatsuki (instagram: tatsukikun0331) . Tatsuki è un ragazzo giapponese. Fa il cameriere al Commune246, un locale davvero hipster di Omotesando, Tokyo. Commune 246 è un ponte tra Occidente- Oriente. Se fosse una canzone, sarebbe una traccia di JMSN (facciamo My Way e non se ne parla più). Non so perché, ma mi ha ricordato CO.SO, un locale del Pigneto, Roma.
Intreccio di lingue, tratti, segni e addio semiotica. E’ tutto così vivo nella mente, nonostante ci sia andata una sola volta durante il soggiorno nella capitale nipponica. Eppure quella sola conversazione e i diversi smoothies ordinati sono bastati: Tatsuki è riuscito a trovarmi su instagram e ancora oggi, nonostante siano passati diversi mesi, ci interessiamo reciprocamente alle nostre vite senza perdere una solo foto condivisa. Come un bellissimo racconto di Murakami.
La seconda storia è ambientata a New York e ha come protagonista un fotografo: Marques Jackson (instagram: fillesgarconsny ). Marques ha un blog di moda Filles+Garçon e collabora con la rivista canadese Dauphine Magazine. Ha iniziato a seguirmi su instagram e a commentare i miei scatti. Ho ricambiato il follow non tanto per le foto degli outfits – che onestamente mi son sempre interessati poco – quanto per la sua originale prospettiva sulla città. Per farvela breve, un giorno ho postato una foto di C’era una volta in America, uno dei miei film preferiti, che ritraeva il Ponte di Brooklyn e la corsa di Noodles e i suoi piccoli amici. Marques commentò con un semplice “Dumbo”, mentre io gli feci una richiesta insolita: fotografarmi quel posto che finalmente andrò a visitare. Così, poche ore dopo, arrivarono le foto che trovate allegate in questo post.
Morale. Sono numerosi gli intenti per cui creiamo un profilo social e molto spesso finiamo vittime di questa infinità di labirinti (io sono la prima che ci si perde dentro). Ma le scoperte di persone e talenti come Tatsuki e Marques, sono motivi validi per amare i social. “Incontri” che cancellano ogni confine linguistico – geografico e ci fanno sentire parte di questo vecchio pazzo mondo.