Non conoscevo Kazik Radwanski, giovane regista di Toronto presente al TIFF19 con il suo terzo progetto Anne at 13000 feet. Non ringrazierò mai abbastanza l’amica regista Federica Foglia per avermelo consigliato con un laconico ‘Tanto hype, Isa! Go watch it!’. Dopo la visione, ho capito perché Kazik è riuscito ad essere, in poco tempo, una delle voci più rappresentative del Canada.
La protagonista del suo ultimo film – secondo la stampa ‘il migliore’ realizzato finora – è Anne (Deragh Campbell) che vive un periodo di equilibrio precario. Anne ha 27 anni e lavora in un asilo di Toronto con la sua migliore amica Sarah (Dorothea Paas), dove litiga sempre più spesso con le colleghe, alienandosi durante l’orario lavorativo. Per la festa di addio al nubilato di Sarah, le due amiche si regalano una sessione di paracadutismo. Per la prima volta, Anne si distacca dalle ansie ed i turbamenti che affliggono la sua vita, ed è in pace con se stessa per aver trovato finalmente una via di fuga. Radawanski segue la protagonista nella sua vita ordinaria, mostrando i tremendi cambiamenti di umore, magistralmente interpretati, e portando il pubblico a trovarsi in perfetta sintonia con gli stati d’animo della protagonista.
Anne at 13.000 feet è un film costruito finemente intorno alle fragilità ed i moti dell’animo umano. La strategia di Kazik è volta a catturare ogni istante, come un paziente da monitorare, dalla risata nervosa all’attacco di panico passando per le frequenti richieste di aiuto della giovane Anne.
Quello che rimane, dopo i 75 minuti di proiezione, è un film crudo incentrato sulla linea sottile che divide la speranza di salvezza dalla perdita totale di controllo, che non si cura di fornire alcuna soluzione finale.
Ed è questo, forse, il vero punto di forza.