US | La recensione

US , il nuovo film diretto da Jordan Peele , arriverà nelle sale italiane Giovedì 4 Aprile per Universal Pictures Italia

Se This is America di Childish Gambino, al secolo Donald Glover, non fosse uscita un anno prima, avremmo potuto pensare ad uno autentico spin off e tributo musicale. Questo per capire, sin da subito, quanto quell’ USnoi, celi la principale chiave di lettura del film stesso: US, United States.  

L’horror movie, perché di questo si tratta, è una nuova conferma per il regista newyorkese Peele che ha acquisito la notorietà internazionale con Get out, aggiudicandosi il premio Oscar come Migliore Sceneggiatura originale nel 2017. 

Anche se definirlo conferma è riduttivo. Sembrerebbe, infatti, più il secondo atto di un ragionamento iniziato con Get out, che si sviluppa ed articola nell’ attesa di quello che sarà il capitolo finale come la più la classica delle trilogie d’autore.

Usè la storia di una famiglia americana costretta a combattere per la vita con una famiglia di cloni malefici. 

 “Ci sono migliaia di chilometri di tunnel sotto gli Stati Uniti continentali”, annuncia la minacciosa dichiarazione di apertura del film. “Molti non hanno alcuno scopo noto“. Questo è il prologo del 1986 in cui una ragazzina con una maglietta di Thriller vaga lontano dai suoi genitori sulla spiaggia di Santa Cruz. 

Entrando nella sala degli specchi di un parco divertimenti, la protagonista vede qualcosa di terrificante e traumatico. 

Lo spettatore è catapultato così a trent’anni dopo, quando quella stessa bambina, Adelaide Wilson (Lupita Nyong’o), ormai adulta, torna sulla spiaggia con la propria famiglia: l’amorevole marito Gabe (Winston Duke), la figlia adolescente e polemica Zora (Shahadi Wright Joseph), ed il figlio timido ed ansioso Jason (Evan Alex), che si nasconde dietro una maschera mostruosa.

Il presagio di una carneficina è chiaro sin dall’inizio, con il riferimento continuo ai versetti 11:11 del profeta Geremia:

“Perciò, così parla l’Eterno: Ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò”.

Horror-thriller movie potrebbe essere la definizione adatta per questo film che strizza l’occhio al sarcasmo delle sit com americane di fine 80s, grazie al cast d’eccezione: premio Oscar Lupita Nyong’o (già in odore di seconda nomination), Winston Duke, Shahadi Wright Joseph, Evan Alex, Elisabeth Moss Tim Heidecker

In Ussi ride tanto e di gusto, senza dimenticare il messaggio principale: l’inferno di questa vita siamo NOI, non gli altri. Se abbiamo bisogno di scovare un nemico, basterà, quindi, guardarsi allo specchio. 

Quindi, cos’è US? First of all, è un racconto di repressione, del dark side di ognuno per poi passare alla rappresentazione di una parabola più ampia, dove si assiste alla relazione di disparità tra la società benestante che reprime e domina la sottoclasse proletaria. 

Il punto di forza è la LIBERTÀ che il regista conferisce al suo pubblico. È proprio quest’ultimo a scegliere come muoversi in qualsiasi direzione.

Siamo Noi, per fare il verso al titolo, a decidere cosa ci spaventa e cosa vedere nelle terrificanti rappresentazioni sotterranee. 

Menzione d’onore a Madeline Hollander, la coreografa che ha conferito grazia e leggerezza ai movimenti della famiglia paranoica, realizzando il più poetico degli ossimori cinematografici. 

Altra menzione speciale va al genio Michael Abels per la colonna sonora esilarante, gotica e corale, che impreziosisce minuto per minuto questo film già cult.

Settanta sono stati i milioni di dollari incassati in Nord America nel primo weekend di uscita, che ha permesso ad US di aggiudicarsi il titolo di miglior esordio per un progetto originale in live action dal 2009 (Avatar, Cameron).

Con un budget di appena 20 milioni di dollari, Jordan Peele ha dimostrato come creatività e buone idee siano, ancora una volta, l’unica via di salvezza per la Settima Arte