di Ubaldino
Il dipinto, olio su tela , che raffigura la visita di Maria a sua cugina Elisabetta, festa liturgica posta il 31 maggio a conclusione del mese mariano, è conservato nella propositura dei Santi Michele e Francesco a Carmignano. Viene completato dal Pontormo, intorno al 1530, anno in cui Carlo V viene incoronato dal Papa a Bologna e con il suo esercito espugna, dopo un assedio, Firenze, ponendo fine al regime repubblicano.
Quattro donne dominano la scena con la loro statuarietà, quasi michelangiolesca, in un atteggiamento semplice nella sua familiarietà. Eppure Maria, che nei racconti evangelici parla pochissime volte, eleva a Dio la preghiera più bella, “Magnificat anima mea Dominum…”, che la mente umana abbia potuto comporre, in risposta ad una precisa domanda che Elisabetta le fa: “ A che devo la visita della madre del mio Signore?”. Tutto questo sotto lo sguardo compiaciuto delle altre due protagoniste del dipinto, che, quasi in punta di piedi, vorrebbero uscire dalla scena.
La presenza di Giuseppe e Zaccaria, che è invece relegata in un angolo in basso e a sinistra del dipinto, amplifica, ancora di più, il ruolo centrale delle due donne: Elisabetta, madre di Giovanni Battista, ultimo tra i Profeti del Vecchio Testamento, e Maria, “figlia di suo figlio”, madre del Redentore!
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